“Si dice che le persone nella vita hanno bisogno di 3 matrimoni: in giovinezza un amore romantico ed entusiasta; per allevare i figli un rapporto con responsabilità condivise; più tardi nella vita, il rapporto con un compagno con forti capacità affettive e di accudimento reciproco. Piuttosto che di nuovi partner le persone hanno bisogno di cambiare e riadattare la propria coppia a seconda delle diverse fasi del ciclo vitale.” (Wolsh) 

Le caratteristiche che ci colpiscono dell’altro e che condizionano la scelta non sono casuali: dipendono da quanto sperimentato nella propria storia personale e familiare, sia in senso positivo, sia in termini di difficoltà o bisogni insoddisfatti e dal particolare momento storico della vita della persona.

A volte la miscela non funziona, gli ingredienti per una buona relazione non si amalgamano al meglio e il risultato è l’insoddisfazione. I problemi della coppia, spesso, nascono, quando essa sembra perdere contatto con il proprio “terzo”, la relazione. Questo si manifesta, a volte, con la perdita di senso dell’unione dei due partner, con la chiusura verso l’altro, sofferenze, tradimenti, … con un blocco. In alcuni casi, la riproduzione ripetitiva di soluzioni può dimostrarsi vana e non portare ad alcun effetto positivo.

Ed ecco che essere contemporaneamente presenti in una stanza di terapia, insieme ad un terzo-terapeuta, verso obiettivi inizialmente poco chiari e poi condivisi, diviene occasione per ridare parole ad un terzo-relazione, qualunque esse siano.

Una psicoterapia in coppia, può, quindi, essere di grande aiuto per esplorare il proprio modello di organizzazione originario, restituendo ad essa il “terzo”, assente in quel momento. Questo apre la possibilità di ricercare nuove soluzioni e nuove possibilità, ampliando il campo delle scelte possibili.

 Per approfondimenti leggi il mio articolo: http://www.e-psicologia.it/2011/09/unione-complessa-coppi/