"Ogni essere umano è il risultato di un padre e di una madre. Si può riconoscerli, non amarli, dubitare di loro. Eppure sono li, con il loro volto, i loro atteggiamenti, i loro modi e le loro manie, le illusioni, le speranze, la forma della mani e dei piedi, il colore degli occhi e dei capelli, il modo di parlare, i pensieri, probabilmente l'ora della morte; ci hanno trasmesso ogni cosa." (Jean-Marie-Gustave Le Clèzio, L’Africano)

Le difficoltà della coppia coniugale e/o genitoriale in alcuni casi non rimangono circoscritte alla relazione a due, ma, quando la coppia ha dei figli, può capitare che chi ne risente di più è, purtroppo, il mondo dell'infanzia.

Il piccolo non ha una personalità strutturata per affrontare vicissitudini imposte dai genitori attraverso le loro problematiche costanti e quotidiane e, quello che spesso accade, è trovarsi di fronte al sintomo agito dal bambino, come una spia dalla luce rossa che si accende a segnalare il problema, quale indicatore della disfunzionalità della propria famiglia.

A volte, quindi, si genera un sintomo che sostiene il sistema famiglia e/o che è mantenuto dal sistema. Può essere l’espressione di una disfunzione all’interno della famiglia e/o può essere insorto in uno specifico componente per situazioni della sua vita, ma può essere sostenuto e alimentato dal sistema familiare.

In questo caso le sedute di psicoterapia, di solito, si fanno con tutta la famiglia e/o con parti specifiche di essa, ed hanno, inizialmente, una cadenza quindicinale. In genere, si tratta di percorsi piuttosto brevi, se pensiamo che le risorse che si attivano in contemporanea sono di più di un percorso individuale e i protagonisti del cambiamento sono tutti i membri della famiglia insieme. 

L’obiettivo della terapia con la famiglia è di eliminare la fonte di malessere (es. sintomo) e il disturbo così da ricreare un nuovo equilibrio attraverso una riorganizzazione interna della famiglia.